destionegiorno
La poesia non va pensata, è fulmine dell'anima, vento nelle ossa, gelo sulla lingua, ecchimosi nel cuore. La poesia è musica del dolore, calore nelle vene, velo nero sulla gioia, sangue negli occhi, pugni nel ventre, fiori nella gola. La poesia è l'immensità del niente. ... (continua)
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Vedi
ti devo seppellire
e nella stessa fossa
seppellirò il mio cuore.
Vedi
ti devo dimenticare
per non impazzire
per non sentire le tue mani
la tua bocca
i tuoi seni
sulla mia pelle
che sta per squamare.
Vedi
ti devo seppellire
e io stesso... leggi...
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’Mbriacu
du to sciatu
da to vuci
du to sapuri
da to pelli
duci
comu o meli
Veni cca
e varda
l’occhi mei
lampanati
e lacrimusi
mi gira a testa
e sbandu
pi li strati
’Mbriacu
da to bucca
da to carni
da to lingua
amara
comu a... leggi...
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Chiedetelo a mia madre
se sono figlio
o se sono fratello
svegliatela dalla tomba
e portatela qui
davanti a me, adesso
in questo momento.
Chiedetelo a mia madre
se sono astro nascente
figlio di puerpera
o granello di sabbia
disperso nel... leggi...
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Demetrio Amaddeo
Le sue 171 poesie in Introspezione
La mia maglia numero 5
è piegata in un cassetto
vicino alla speranza.
La mia maglia numero 5
è paziente più di me
vuole sentire ancora il mio calore
il mio cuore di bambino
che esplode e si emoziona
si vuole nutrire ancora del mio sudore
forse
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Se potessi calpestare il cielo
lascerei le orme sulle nuvole
e lì inchiodato
anche il mio mistero
di un domani senza pioggia.
Se potessi aggrapparmi alle stelle
così come giornalmente
m’inerpico sui muri
resterei in equilibrio
come un giglio
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Per Essere
devo rimanere fuori dal tutto
dalle vostre chiacchiere
dai vostri teoremi
dalle vostre gabbie mentali
e non farmi trascinare
in empiriche soluzioni
dove soluzioni non esistono.
Per questo devo isolarmi
immolarmi, invocarmi
nel buio
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Come un cane
che ha bisogno di annusare
perso tra la gente
e un vento ostile
osservo foglie di neve
e agglomerati di ipocrisia
che luccicano sugli alberi di Natale
nel frontespizio di speranza
senza poesia.
Come un cane
che ha bisogno di
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Ho conservato di me il selvaggio
per riconoscere la steppa
quando farà buio
e per trovare il coraggio
di accendere una croce
sulla strada lignea
che porta alla sofferenza.
Ho conservato
quel fiore appassito
che illuminava la finestra
nei giorni
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Le poesie sono mie
solo nel momento in cui le scrivo
poi sono vostre
ve le regalo
però fatene buon uso
potete ingoiarle
entrarci dentro e viverle
ma vi prego
non ve ne appropriate
prché sono la mia vita
le mie emozioni
le mie elucubrazioni
i
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Ho gambe fragili e leggere
e così anche i pensieri
che frugano nel nulla
e nell’amore.
Ho un cuore di carta velina
e ciglia negli occhi
lacrime e segreti
nascosti nell’ombra della luna.
Ho disegni nella testa
e colori nell’anima
poesia
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Nello spartiacque tra me e l’inferno
ci sono onde di dolcezza
attimi di negligenza
dove non riconosco più la ragione.
E ci sono nuvole
chimere e perversione
e i capelli si disperdono
nell’eco dell’infinito
Nella linea che divide il mio non
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Quante volte mi sono perso
nelle strade impolverate della paura
quante volte mi sono perso dentro di me
tra fiamme del mio Inferno
che bruciavano l’altro me.
Quante volte mi sono visto vecchio
come un bambino
sofferente come mia madre
forte nel
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Mi sono riappropriato
del mio niente
del falco che perlustra il cielo
e muore di coraggio e desiderio
tra le pendici del Paradiso.
Ma adesso
che vedo chiaro
la realtà è un cartone dentro il vetro
e vado a sbattere come un treno
contro la mia
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A volte mi giro di scatto
e vedo un bambino che corre sul prato
altre volte m’incanto
e scorgo quello che un uomo non riesce a vedere
la fame sulla lingua di un lupo
e code di ragno negli occhi del pianto.
Il più delle volte è illusione
oceani di
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Quando scrivo chiudo gli occhi
e immagino di non essere
entro in un labirinto a forma di cielo
una dimensione mia
che non mi appartiene.
Quando scrivo ho convulsioni dell’io
la mia anima si interroga sull’oblio
e vomito il cuore per non
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E continuo ancora a cercare
come un illuso tra le macerie
in utopie, fulmini e stratosfere
di amori consumati nella pioggia.
E cerco ancora il centro del cerchio
il lato obbliquo del mio sorriso
nella finzione delle stelle
e nella luce di una
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Sono condannato a pensare
a scrivere poesie
sono condannato ad amare.
Sono stato condannato
a incontrare Dio
nel pantano del mio Inferno
e insieme a lui bruciare
tra i peccati e il tempo.
Sono condannato a camminare
sul filo del dubbio
nel
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Mi tocca quasi sempre d’essere
anche quando non vorrei
e mi tocca amare
per disperdermi nel vuoto
e colmare il vuoto
tra l’inizio e la mia fine.
E allora amami
per quel che non sono
per quello che oggi siamo
nell’attimo che resterà.
E allora
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